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Persone e Misure di Protezione
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Thursday 12 February 2015
Matrimonio tra persone dello stesso sesso: è la Legge che deve provvedere. Non la giurisprudenza.
Matrimonio tra persone dello stesso sesso – Effetti giuridici – Inidoneità – Unione omo-affettiva – Riconoscimento – Art. 2 Cost. – Sussiste – Effetti.
Nel nostro sistema giuridico di diritto positivo il matrimonio tra persone dello stesso sesso è inidoneo a produrre effetti perché non previsto tra le ipotesi legislative di unione coniugale. Il nucleo affettivo – relazionale che caratterizza l’unione omo-affettiva, invece, riceve un diretto riconoscimento costituzionale dall’art. 2 Cost. e mediante il processo di adeguamento e di equiparazione imposto dal rilievo costituzionale dei diritti in discussione può acquisire un grado di protezione e tutela equiparabile a quello matrimoniale in tutte le situazioni nelle quali la mancanza di una disciplina legislativa determina una lesione di diritti fondamentali scaturenti dalla relazione in questione. Per questa ragione la Corte di Cassazione ha escluso la contrarietà all’ordine pubblico del titolo matrimoniale estero pur riconoscendone l’inidoneità a produrre nel nostro ordinamento gli effetti del vincolo matrimoniale. L’operazione di omogeneizzazione può essere svolta dal giudice comune, e non soltanto dalla Corte Costituzionale, in quanto tenuto ad un’interpretazione delle norme non solo costituzionalmente orientata, ma anche convenzionalmente orientata (Corte Cost. sent. n. 150 del 2012). In conclusione, la legittimità costituzionale e convenzionale della scelta del legislatore ordinario in ordine alle forme ed ai modelli all’interno dei quali predisporre per le unioni tra persone dello stesso sesso uno statuto di diritti e doveri coerente con il rango costituzionale di tali relazioni conduce ad escludere il fondamento delle censure prospettate, non solo sotto il profilo della creazione giurisprudenziale dell’unione coniugale tra persone dello stesso sesso, risultando tale operazione ben diversa da quella consentita (Cass. 4184 del 2012) di adeguamento ed omogeneizzazione nella titolarità e nell’esercizio dei diritti, ma anche delle prospettate censure d’incostituzionalità. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. I, 09 February 2015, n. 2400.
Wednesday 04 March 2015
Discriminazione fondata sull’orientamento sessuale: risarcimento che sia adeguato.
Diritto costituzionale alla libera espressione della identità sessuale – Comportamento discriminatorio – Lesione del diritto – Risarcimento – Sussiste – Adeguatezza del risarcimento – Necessità – Sussiste.
Il diritto costituzionalmente tutelato alla libera espressione della propria identità sessuale è da ascrivere al novero dei diritti inviolabili della persona di cui all'art. 2 Cost., quale essenziale forma di realizzazione della propria personalità. Inoltre, il diritto al proprio orientamento sessuale, cristallizzato nelle sue tre componenti della condotta, dell'inclinazione e della comunicazione (cd. coming out) è oggetto di specifica e indiscussa tutela da parte della stessa Corte europea dei diritti dell'uomo fin dalla sentenza Dudgeon/Regno unito del 1981. Ne consegue che, in presenza di comportamenti discriminatori o offesi, addirittura posti in essere dalla Pubblica Amministrazione, il quantum del risarcimento deve essere adeguato (Il Tribunale, in primo grado, aveva irrogato una condanna pecuniaria di euro 100.000. La Corte di Appello aveva ridotto ad euro 20.000,00. La Cassazione boccia la decisione del giudice del gravame). (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. III, 22 January 2015, n. 1126.
Thursday 19 March 2015
Diritto degli ascendenti di coltivare rapporti con i nipoti.
Diritto degli ascendenti – Diritto a mantenere rapporti con i nipoti – Sussiste – Contenuti – In base al preminente interesse del minore – Sussiste
Audizione del minore – Capacità di discernimento – Accertamento – Presunzione – Frequenza della scuola – Sussiste.
Il diritto degli ascendenti a mantenere rapporti con i nipoti non vuol dire che questi abbiano sempre e comunque diritto di visita del minore: l’interesse preminente del fanciullo, infatti, prevale comunque nel bilanciamento degli interessi in gioco. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
L’audizione del minore infradodicenne presuppone (anche) che lo stesso sia capace di discernimento in relazione alla sua età ed al grado di maturità. Il riscontro di tale capacità è devoluto al libero e prudente apprezzamento del giudice e non necessita di specifico accertamento positivo d’indole tecnica specialistica, anticipato rispetto al tempo dell’audizione. Tale capacità, peraltro, non può essere esclusa con mero riferimento al dato anagrafico del minore, se esso non sia di per sé solo univocamente indicativo in tale senso, mentre può presumersi in genere ricorrente, anche considerati temi e funzione dell’audizione, quando si tratti di minori per età soggetti ad obblighi scolastici e, quindi, normalmente in grado di comprendere l’oggetto del loro ascolto e di esprimersi consapevolmente. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. I, 19 January 2015, n. 762.
Wednesday 25 February 2015
Riparto di competenza: il TM resta competente se è stato adito per primo.
Legge 219/2012 – Nuovo art. 38 disp. att. c.c. – Nuova competenza cd. per attrazione del tribunale Ordinario – Domanda di decadenza ex art. 330 c.c. proposta dinanzi al TM – Successiva domanda di separazione proposta davanti al TO – Competenza del TM sulla domanda da lui presentata – Persistenza.
Con la riscrittura dell'art. 38 disp. att. c.c. (art. 3 legge 10 dicembre 2012 n. 219) il legislatore ha inteso che se un giudizio di separazione è in corso al momento della proposizione della domanda diretta all'adozione di un provvedimento de potestate si verifica l'effettivo attrattivo della competenza, in favore del giudice davanti al quale è in corso il giudizio di separazione. Tale lettura testuale appare anche rispettosa del principio generale della perpetuatio jurisdictionis di cui all'art. 5 c.p.c. secondo cui la competenza si determina con riguardo allo stato di fatto esistente al momento della proposizione della domanda. Diversamente, se la domanda diretta all'adozione di provvedimenti de potestate da parte del Tribunale per i minorenni è stata proposta anteriormente alla instaurazione davanti al tribunale civile del giudizio di separazione o divorzio da parte dei genitori, resta ferma la competenza dell’ufficio Minorile, per non vanificare il percorso processuale svolto. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. VI, 12 January 2015, n. 2833.
Monday 22 December 2014
La Cassazione conferma la Corte di Appello di Milano: l’amministratore di sostegno che sottrae denaro del beneficiario commette peculato.
Amministrazione di sostegno – Appropriazione, da parte dell’amministratore di sostegno, di denaro appartenente al beneficiario – Fattispecie incriminatrice configurabile – Peculato – Qualifica dell’amministratore.
Va ritenuto pubblico ufficiale l’amministratore di sostegno del beneficiario con la conseguente integrazione del delitto di peculato laddove il rappresentante si appropri di somme di denaro appartenenti al rappresentato e ricevute, in ragione dell'ufficio rivestito. Depongono a favore della qualità di Pubblico ufficiale i seguenti elementi: a) la prestazione del giuramento prima dell'assunzione dell'incarico (art. 349 cod. civ.); b) il regime delle incapacità e delle dispense (artt. 350-353 Cod. civ.); c) la disciplina delle autorizzazioni, le categorie degli atti vietati, il rendiconto annuale al giudice tutelare sulla contabilità dell'amministrazione (artt. 374-388 Cod. civ.); d) l'applicazione, nei limiti di compatibilità, delle norme limitative in punto di capacità a ricevere per testamento (artt. 596, 599 Cod. civ.) e capacità di ricevere per donazioni (art. 779 Cod. civ.). In sostanza tutta una disciplina, formale e sostanziale, che pone l'amministratore di sostegno sullo stesso piano del tutore con gli obblighi e le ricadute penali che la sua qualità di pubblico ufficiale comporta. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione penale, 03 December 2014, n. .
Wednesday 12 November 2014
Risarcimento del danno integrale anche per lo straniero: non opera la reciprocità.
Risarcimento del danno non patrimoniale – Straniero – Reciprocità ex art. 16 preleggi – Applicabilità – Esclusione .
L'art. 16 preleggi, nella parte in cui subordina alla condizione di reciprocità l'esercizio dei diritti civili da parte dello straniero, pur essendo tuttora vigente, dev'essere interpretato in modo costituzionalmente orientato, alla stregua dell'art. 2 Cost., che assicura tutela integrale ai diritti inviolabili. Pertanto allo straniero, che sia o meno residente in Italia, è sempre consentito (a prescindere da qualsiasi condizione di reciprocità) domandare al giudice italiano il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale derivato dalla lesione di diritti inviolabili della persona (quali il diritto alla salute e ai rapporti parentali o familiari), avvenuta in Italia, sia nei confronti del responsabile del danno, sia nei confronti degli altri soggetti che per la legge italiana, siano tenuti a risponderne, ivi compreso l'assicuratore della responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli od il Fondo di garanzia per le vittime della strada". (v. sul punto, ancor più recentemente, Cass. n. 8212/2013 in motivazione, v. anche Cass. n. 450/2011). (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. III, 04 November 2014, n. 23432.
Wednesday 18 March 2015
Fondo patrimoniale: in presenza di figli, deve intervenire il giudice per lo scioglimento.
Fondo patrimoniale – Scioglimento – Presenza di figli – Intervento del giudice – Necessità.
1) E’ ammissibile lo scioglimento del fondo patrimoniale anche sulla base del solo consenso dei coniugi, ma ciò solo in mancanza di figli.
2) In presenza di figli, non è ammesso lo scioglimento consensuale. L’istituzione del fondo patrimoniale determina un vincolo di destinazione per il soddisfacimento dei bisogni della famiglia (e quindi di tutti i suoi componenti, in essi compresi i figli minori). Il citato vincolo, dunque, diventa di “interesse” anche dei componenti “deboli” della famiglia, che sono i figli. Conseguentemente, va ravvisata in capo ai figli minori una posizione giuridicamente tutelata in ordine agli atti di disposizione del fondo.
3) Deve essere riconosciuta l’astratta configurabilità di uno specifico interesse dei figli ad interloquire sulle opzioni operative effettuate dai titolari del diritto di proprietà dei beni facenti parte del fondo, atteso che per i componenti del nucleo familiare non è irrilevante la consistenza del patrimonio istituzionalmente destinato all'esclusivo soddisfacimento dei relativi bisogni. Non incide infine sulla detta conclusione né la natura gratuita del conferimento né la facoltà, espressamente riconosciuta ai coniugi dal legislatore, di derogare convenzionalmente alla previsione del divieto di alienazione dei beni del fondo, disposta in via generale (art. 169 c.c., comma 1).
4) La disciplina ritenuta applicabile in presenza di figli minori è estensibile al caso di nascituri. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. I, 08 August 2014, n. 17811.
Wednesday 18 March 2015
Il concepito è soggetto del diritto.
Concepito - Titolarità di diritti - Sussiste.
Il nostro ordinamento riconosce espressamente al concepito la possibilità di divenire titolare di diritti (art. 1 c.c., comma 2); che nello stesso codice civile sono dettate disposizioni che attribuiscono diritti patrimoniali al concepito, segnatamente in tema di successione (art. 462, comma 1) e di donazione (art. 784, comma 1); che forme di tutela del nascituro sono anche previste in altre leggi, quali la L. n. 40 del 2004, il cui capo 3^ contiene "Disposizioni concernenti la tutela del nascituro", la L. n. 405 del 1975, che per la parte di interesse attribuisce al nascituro la tutela del diritto alla salute riconosciuto dall'art. 32 Cost., la L. n. 194 del 1978, per la quale la vita umana è tutelata fin dal suo inizio, l'art. 578 c.p. (infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale) per quanto concerne i profili penali. Inoltre analogo riconoscimento è intervenuto ad opera della giurisprudenza di Cassazione che, nell'affrontare i prospettati profili risarcitori, ha reiteratamente ritenuto meritevole di accoglimento la domanda di danno proposta da soggetto non ancora nato alla data della commissione dell'illecito (C. 12/16754, C. 11/9700, C. 09/10741, C. 00/5881). Deve dunque concludersi sul punto che anche al nascituro deve essere riconosciuta l'attitudine ad essere titolare di diritti, e pertanto la sua legittimazione sostanziale in relazione ad atti di disposizione del fondo patrimoniale. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. I, 08 August 2014, n. 17811.
Thursday 27 April 2017
Amministrazione di sostegno, chiusura e difetto di comunicazione e conseguente assenza del pubblico ministero.
Amministrazione di sostegno - Procedimento di chiusura - Difetto di comunicazione e conseguente assenza del pubblico ministero - Rimessione delle parti al primo giudice - Necessità - Esclusione.
Nella procedura per l'istituzione dell'amministrazione di sostegno l'unica parte che può dirsi necessaria è il beneficiario dell'amministrazione, per cui il difetto di comunicazione della richiesta al P.M. e la conseguente assenza dello stesso al procedimento di chiusura dell'amministrazione non comporta la mancata integrazione di un litisconsorzio necessario, né alcun'altra nullità del giudizio di primo grado idonea a determinare la rimessione delle parti al primo giudice. (massima ufficiale)
Cassazione civile, sez. VI, 25 July 2014, n. 17032.
Thursday 02 October 2014
Lesione del diritto alla interruzione della gravidanza: presupposti per il risarcimento.
Lesione del diritto di interrompere la gravidanza – Risarcibilità – Condizioni – Danno in re ipsa – Esclusione.
Nel nostro ordinamento non esistono danni in re ipsa, risarcibili sol perché si dimostri l'avvenuta lesione d'un diritto. La lesione dei diritto è il presupposto necessario, ma non sufficiente per pretendere il risarcimento del danno: ad esso dovrà necessariamente conseguire una perdita, patrimoniale o di altro tipo. L'eventuale lesione del diritto di interrompere la gravidanza è dunque giuridicamente irrilevante se la gestante, quand'anche informata, avrebbe comunque verosimilmente scelto di non abortire. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. III, 17 July 2014, n. 16401.
Wednesday 18 February 2015
L’amministratore di sostegno può rappresentare il beneficiario anche in atti personalissimi: per separazione, divorziare, impugnare il matrimonio.
Atti personalissimi - Amministrazione di Sostegno - Ammissibilità di poteri dell’amministratore - Sussiste - Azione di separazione, di divorzio, di annullamento del matrimonio - Ammissibilità - Sussiste
Pretesa degli eredi di impugnare il matrimonio del de cuius - Art. 428 cod. civ. - Applicabilità in ambito matrimoniale - Esclusione - Fondamento - Artt. 120 e 127 cod. civ. - Pretesa illegittimità costituzionale, con riferimento all'art. 3 Cost. - Manifesta infondatezza .
Alla luce di una interpretazione sistematica ed evolutiva, deve ammettersi la possibilità per l'amministratore di sostegno, qualora nominato (ed esclusi i casi di conflitto di interessi), di coadiuvare o affiancare la persona bisognosa nella espressione della propria volontà, preservandola da eventuali pressioni o ricatti esterni, anche relativamente al compimento di atti personalissimi, come ritenuto da una giurisprudenza di merito avanzata che lo ha autorizzato, previo intervento del giudice tutelare, a proporre ricorso per separazione personale o per cessazione degli effetti civili del matrimonio del beneficiario. Il prospettato dubbio di legittimità costituzionale degli artt. 120 e 127 c.c., può essere, allora, superato aderendo ad una interpretazione evolutiva e di sistema che offra alla persona coniugata o in procinto di contrarre matrimonio gli strumenti per esercitare, direttamente o indirettamente, il diritto fondamentale di autodeterminarsi nella scelta consapevole di impugnare il matrimonio e, in via preventiva, di contrario in condizioni di piena libertà e senza condizionamenti. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
L'art. 428 cod. civ., che disciplina il regime di impugnazione degli atti negoziali compiuti da persona incapace di intendere e di volere, non si applica in ambito matrimoniale, il cui regime delle invalidità è disciplinato da norme speciali, le quali, nel bilanciamento tra il diritto personalissimo del soggetto di autodeterminarsi in ordine al matrimonio e l'interesse degli eredi a far valere l'incapacità del "de cuius" allo scopo di ottenere l'annullamento del suo matrimonio, assegnano preminenza, in modo non irragionevole, all'esigenza di tutela del primo e, quindi, della dignità di colui che, non interdetto, ha contratto matrimonio. Ne consegue la manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale del combinato disposto degli artt. 120 e 127 cod. civ., con riferimento all'art. 3 Cost., laddove esclude la legittimazione piena ed autonoma degli eredi ad impugnare direttamente il matrimonio contratto dal loro congiunto in stato di incapacità di intendere e di volere. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. I, 30 June 2014, n. 14794.
Monday 16 June 2014
Rettificazione del sesso e scioglimento del matrimonio.
Rettificazione giudiziale di attribuzione di sesso - Effetti della sentenza di rettificazione sul matrimonio preesistente - Automatica cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione del matrimonio celebrato con rito religioso, senza necessità di una domanda e di una pronuncia giudiziale - Sostanziale previsione di una fattispecie di "divorzio" imposto ex lege alla coppia coniugata - Illegittimità costituzionale.
Deve essere dichiarata: l’illegittimità costituzionale degli artt. 2 e 4 della legge 14 aprile 1982, n. 164 (Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso), nella parte in cui non prevedono che la sentenza di rettificazione dell’attribuzione di sesso di uno dei coniugi, che provoca lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione del matrimonio, consenta, comunque, ove entrambi lo richiedano, di mantenere in vita un rapporto di coppia giuridicamente regolato con altra forma di convivenza registrata, che tuteli adeguatamente i diritti ed obblighi della coppia medesima, con le modalità da statuirsi dal legislatore; deve essere dichiarata, in via consequenziale, l’illegittimità costituzionale dell’art. 31, comma 6, del decreto legislativo 1° settembre 2011, n. 150 (Disposizioni complementari al codice di procedura civile in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti civili di cognizione, ai sensi dell’articolo 54 della legge 18 giugno 2009, n. 69), nella parte in cui non prevede che la sentenza di rettificazione dell’attribuzione di sesso di uno dei coniugi, che determina lo scioglimento del matrimonio o la cessazione degli effetti civili conseguenti alla trascrizione del matrimonio celebrato con rito religioso, consenta, comunque, ove entrambi lo richiedano, di mantenere in vita un rapporto di coppia giuridicamente regolato con altra forma di convivenza registrata, che tuteli i diritti ed obblighi della coppia medesima, con le modalità da statuirsi dal legislatore. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Corte Costituzionale, 11 June 2014, n. 170.
Thursday 12 June 2014
Procreazione medicalmente assistita.
Procreazione medicalmente assistita - Accesso alle tecniche - Divieto assoluto di ricorrere alla fecondazione medicalmente assistita di tipo eterologo e previsione di sanzioni nei confronti delle strutture che dovessero praticarla - Incompatibilità con le norme della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo (CEDU) che stabiliscono il diritto al rispetto della vita privata e familiare e il divieto di discriminazione - Illegittimità costituzionale (legge 40/2004).
Deve essere dichiarata: l’illegittimità costituzionale dell’art. 4, comma 3, della legge 19 febbraio 2004, n. 40 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita), nella parte in cui stabilisce per la coppia di cui all’art. 5, comma 1, della medesima legge, il divieto del ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, qualora sia stata diagnosticata una patologia che sia causa di sterilità o infertilità assolute ed irreversibili; l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, comma 1, della legge n. 40 del 2004, limitatamente alle parole «in violazione del divieto di cui all’articolo 4, comma 3»; l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, comma 3, della legge n. 40 del 2004, limitatamente alle parole «in violazione del divieto di cui all’articolo 4, comma 3»; l’illegittimità costituzionale dell’art. 12, comma 1, della legge n. 40 del 2004. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Corte Costituzionale, 10 June 2014, n. 162.
Monday 15 September 2014
Persona tratta in arresto: condizioni che consentono la pubblicazione della foto giornalistica.
Persona al momento dell’arresto – Fotografia – Pubblicazione giornalistica – Liceità – Condizioni .
In materia di tutela dell’immagine, la pubblicazione su un quotidiano della foto di una persona in coincidenza cronologica con il suo arresto deve rispettare, ai fini della sua legittimità, non soltanto i limiti della essenzialità per illustrare il contenuto della notizia e del legittimo esercito del diritto di cronaca (fissati dalla Legge n. 675 del 1996, articoli 20 e 25, applicabile pro’ tempore alla fattispecie in esame e riprodotti nell’articolo 137 del codice della privacy) ma anche le particolari cautele imposte a tutela della dignità della persona ritratta dall’articolo 8, comma 1, del codice deontologico dei giornalisti, che costituisce fonte normativa integrativa; l’indagine sul rispetto dei suddetti limiti nella pubblicazione della foto va condotta con maggior rigore rispetto a quella relativa alla semplice pubblicazione della notizia, tenuto conto della particolare potenzialità lesiva della dignità della persona connessa alla enfatizzazione tipica dello strumento visivo, e della maggiore idoneità di esso ad una diffusione decontestualizzata e insuscettibile di controllo da parte della persona ritratta“. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. III, 06 June 2014, n. 12834.
Thursday 06 November 2014
Amministrazione di sostegno: l’interdizione ha ancora uno spazio applicativo.
Amministrazione di Sostegno - Interdizione - Differenze.
“L'amministrazione di sostegno ha la finalità di offrire a chi si trovi nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi uno strumento di assistenza efficace e flessibile: infatti il suo ambito di applicazione si distingue dall'interdizione e dall'inabilitazione non già per il grado (diverso e meno intenso) di infermità o impossibilità di attendere agli interessi del soggetto, ma per la maggiore idoneità dello strumento a venire incontro alle esigenze della persona bisognosa, sacrificandone nella minore misura possibile la capacità di agire”. In questa decisione, la Corte ha precisato che appartiene all'apprezzamento del giudice di merito la valutazione della conformità di tale misura alle suindicate esigenze, tenuto conto essenzialmente del tipo di attività che deve essere compiuta per conto del beneficiario e considerate anche la gravità e la durata della malattia, ovvero la natura e la durata dell'impedimento, nonché tutte le altre circostanze caratterizzanti la fattispecie” (v. Cass. n. 22332/2011). In particolare, l’interdizione è ammessa ove si tratti di governare un consistente patrimonio mobiliare e immobiliare di difficile gestione. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. I, 04 April 2014, n. 7999.
Thursday 08 May 2014
Figlio nato dopo la morte del padre: si al risarcimento.
Fatto illecito del terzo durante la gestazione della madre – Diritto al risarcimento del danno nato dopo la morte del padre – Ammissibilità – Sussiste.
Domanda di risarcimento dei danni «morali e materiali» – Inclusione del danno biologico – Sussiste – Presentazione in appello – Novità – Esclusione..
Anche il soggetto nato dopo la morte del padre naturale, verificatasi per fatto illecito di un terzo durante la gestazione, ha diritto nei confronti del responsabile al risarcimento del danno per la perdita del relativo rapporto e per i pregiudizi dì natura non patrimoniale e patrimoniale che gli siano derivati. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
La domanda di risarcimento «dei danni morali e materiali» costituisce una domanda risarcitoria comprensiva di tutti i danni subiti. In tale situazione, è dunque inclusa la domanda di risarcimento del danno biologico che non può essere giudicata inammissibile in appello dove così specificata. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. III, 10 March 2014, n. 5509.
Monday 10 February 2014
Requisiti per l’apertura dell’amministrazione di sostegno e nomina del terzo come amministratore: linee guida della Cassazione.
Amministrazione di Sostegno – Requisiti – Requisito Oggettivo e requisito soggettivo.
Amministrazione di Sostegno – Nomina dell’amministratore di sostegno – Contrasto endofamiliare – Nomina di un terzo – Sussiste..
L'art. 404 cod. civ., introdotto dalla legge n. 6 del 2004, prevede che "la persona che, per effetto di una infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trova nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi, può essere assistita da un amministratore di sostegno, nominato dal giudice tutelare del luogo in cui questa ha la residenza o il domicilio". Tale misura protettiva si compone di un duplice accertamento rimesso al giudice del merito (Cass. 2006/13584; Cass. 2009/9628; Cass. 2010/4866; Cass. 2011/22332), il primo concernente la sussistenza di una infermità o di una menomazione fisica o psichica (requisito soggettivo) e il secondo riguardante l'incidenza di tali condizioni sulla capacità del soggetto di provvedere ai propri interessi (requisito oggettivo). (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
In tema di nomina dell’amministratore di sostegno, il clima di contrasto endofamiliare giustifica l'opzione per un terzo estraneo. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione civile, sez. I, 04 February 2014, n. 2364.
Thursday 17 October 2013
La persona beneficiaria può trasferirsi se nulla prevede al riguardo il decreto di nomina dell’amministratore di sostegno.
Amministrazione di sostegno – Trasferimento della persona beneficiaria in altro luogo, senza autorizzazione del g.t. – Reato ex art. 650 c.p. – Non sussiste.
Amministrazione di sostegno – Interdizione – Differenze – Incapacità totale di provvedere ai propri interessi (artt. 404, 414 c.c.).
Provvedimenti dell’autorità dati per ragioni di giustizia – Reato ex art. 650 c.p. – Presupposti..
La persona beneficiaria, in assenza di espressa previsione contenuta nel decreto ex art. 404 c.c., conserva la facoltà di scegliere il luogo in cui vivere e dove trasferirsi. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
La persona beneficiaria non è considerata dal legislatore incapace di intendere e di volere, essendo estranea in linea di principio all'istituto dell'amministrazione di sostegno specifiche situazioni di infermità mentale che rendano la persona totalmente incapace di provvedere ai propri interessi, sì da porla in condizione di essere interdetta o inabilitata ai sensi degli artt. 414 e 415 c.c.. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Il reato contravvenzionale di cui all'art. 650 c.p. concernente l'inosservanza di provvedimenti dell'autorità "dati per ragioni di giustizia" può avere a presupposto solo provvedimenti oggettivamente amministrativi che, sebbene emanati per ragioni inerenti a finalità di giustizia in senso lato, hanno come contenuto un esercizio della potestà amministrativa destinata a produrre effetti nei rapporti esterni all'attività specifica e propria del giudice. Di tal che tra i provvedimenti considerati dalla fattispecie regolata dall'art. 650 c.p., avente peculiare natura residuale ("se il fatto non costituisce un più grave reato"), non ricadono quelli tipici della funzione giurisdizionale (sentenza, ordinanza, decreto) e certamente non quelli emessi dal giudice in sede civile. Per provvedimento dell'autorità, ai fini dell'art. 650 c.p., deve intendersi, infatti, ogni atto con cui l'autorità I imponga ad una o più persone determinate un particolare condotta, commissiva od I omissiva, dettata da contingenti ragioni a tutela di interessi collettivi (id est pubblici) afferenti a scopi di giustizia, sicurezza, ordine pubblico, igiene. In tale quadro normativo, in cui l'esercizio del potere dell'autorità (amministrativa) è destinato ad operare direttamente nei rapporti esterni all'attività propria del giudice, non possono venire in rilievo i provvedimenti giurisdizionali in senso stretto, cioè gli atti tipici del giudice (peri l'appunto sentenza, ordinanza, decreto), che non riguardano in via immediata un interesse di carattere generale ovvero, se anche lo riguardano, non attengono a quel substrato di ordine pubblico, inteso in senso lato e diffuso, che rappresenta l'oggetto, sia pure residuale, della tutela apprestata dall'art. 650 c.p.. (Giuseppe Buffone) (riproduzione riservata)
Cassazione penale, 23 September 2013, n. 39217.
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